6. nov, 2021

PNNR: IL RUOLO DELL’INGEGNERIA CLINICA NELLA GESTIONE, INNOVAZIONE E SICUREZZA DELLE TECNOLOGIE PER LA SALUTE di Carmelo Minniti

Il primo obiettivo post Covid-19 per la sanità italiana è rifondare il SSN, solo così potremo garantire servizi, qualità, dinamicità di sistema, innovazione reale e capacità di adeguarsi ai bisogni. Tutto questo sarà possibile grazie alle risorse economiche garantite nell’ambito del PNRR e alla disponibilità di tutti i soggetti istituzionali, clinici, organizzativi e produttivi. Avremo, in pratica, l’occasione perfetta per avviarci verso un nuovo SSN, ed eliminare o ridurre anche le disuguaglianze tra le aree del Paese, e non possiamo sprecarla.
Pensiamo ad esempio a tutte quelle regioni sottoposte da anni ai piani di rientro dal debito, Calabria in primis, dove le aziende sanitarie e ospedaliere sono state nell’impossibilità, salvo qualche eccezione, di realizzare investimenti per l’innovazione, l’ammodernamento o anche semplicemente l’adeguamento delle tecnologie, aumentando ancora di più il divario esistente.
C’è la necessità di avere una visione sul futuro.
Le attività legate al PNRR per il settore della sanità evidenziano quanta attenzione sia stata posta al tema dell’ammodernamento tecnologico e digitale ospedaliero. Per questo sono stati stanziati ingenti finanziamenti al fine di realizzare ospedali sicuri, tecnologici e sostenibili: tutti temi, questi, di principale interesse per gli ingegneri clinici, in qualità di professionisti che svolgono quotidianamente un ruolo chiave nel rinnovamento e nella sostenibilità delle strutture sanitarie, ponendo sempre l’attenzione al mantenimento di standard elevati di sicurezza.
Andando però nello specifico il Piano, che alla missione 6 si propone di ammodernare gli asset tecnologici in dotazione presso le strutture ospedaliere, limita però l’azione alla sola sostituzione di tutto il parco delle “grandi apparecchiature sanitarie” (per intenderci si parla di TAC, Risonanze Magnetiche, Acceleratori lineari, Gamma Camera, Gamma Camera/CT, PET, PET/TC, Mammografi, Angiografi ed Ecotomografi) vetuste, dichiarate tali solo in relazione ad una anzianità fissata superiore a 5 anni.
In quanto professionisti del settore e principali attori della governance dei dispositivi medici, riteniamo opportuno evidenziare che le grandi apparecchiature costituiscono solo una piccola percentuale del parco tecnologico complessivo presente nelle varie strutture sanitarie del Paese.  In un moderno ospedale le grandi apparecchiature in termini numerici non superano il 2% delle apparecchiature totali, mentre il loro valore economico si attesta intorno al 20%/25% dell’intero installato.
Risulta evidente, dunque, la necessità di occuparsi anche di tutte le altre classi tecnologiche: non si deve dimenticare che in una moderna struttura ospedaliera ci sono migliaia di apparecchiature elettromedicali che caratterizzano quotidianamente la qualità delle prestazioni erogate e che presentano le stesse criticità legate alla loro obsolescenza e che rischiano di rendere complessa l’erogazione di prestazioni allo stato dell’arte, introducendo inoltre problematiche di sicurezza.  Di contro, queste apparecchiature sono spesso salvavita (basti pensare al ruolo che hanno avuto i ventilatori polmonari nel periodo emergenziale legato al Covid-19).
Con riferimento all’indicatore di anzianità (pari a 5 anni) utilizzato all’interno del PNRR, è necessario precisare come non esista un riferimento univoco o un dato di letteratura utile rispetto a quale dovrebbe essere l’età funzionale tale da definire l’obsolescenza per qualsiasi classe di apparecchiature e per ciascuna tipologia. Riteniamo piuttosto che in riferimento a questo sia necessario fare valutazioni specifiche sempre correlate al contesto di utilizzo e, quindi, all’adeguatezza delle prestazioni da erogare. Ci riferiamo ad esempio alla possibilità di riallocare funzionalmente un sistema tecnologico con qualche anno in più verso applicazioni meno complesse e/o con fattori di rischio meno elevati. La valutazione della vetustà di un’apparecchiatura elettromedicale è sovente un delicato equilibrio che mette a sistema più fattori che vanno dall’opportunità funzionale (diagnostica o terapeutica) a quello legato a fattori produttivi (reali) e costi di gestione: condizioni, dunque, che non rendono generalizzabili taluni concetti e che, invece, necessitano di particolarizzazione e caratterizzazione.
Occorre non dimenticare infine che le tecnologie possono vivere solo all’interno di una struttura che sia in grado di “accoglierle”: rileviamo che, pur riscontrando una forte ed evidente focalizzazione tecnologica del PNRR, gli aspetti legati alle strutture degli ospedali o di parti di questi (ad esempio le sale operatorie) purtroppo non emergono.
Da ultimo come ingegneri clinici riteniamo necessario focalizzare l’attenzione sull’importanza di attuare un monitoraggio costante e puntuale di tutte le attività che deriveranno dall’utilizzo di questi fondi, dalla progettazione all’acquisizione fino all’attivazione clinica. Questo monitoraggio potrà essere utile anche al fine di verificare gli effetti delle implementazioni condotte, per confermare l’effettivo apporto positivo arrecato al sistema dall’investimento.
Quanto sopra troverà comunque pieno compimento solo se verrà mantenuta la costante e puntuale attenzione nei confronti del paziente. Questi infatti è il centro di gravità attorno al quale deve ruotare tutto il sistema e, conseguentemente, rappresenta l’obiettivo di tutte le azioni di miglioramento, tecnologico e non, che si vogliono implementare.
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Tutte queste, e tante altre, tematiche verranno affrontate ed approfondite nell’imminente XXI edizione del Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici da titolo “Verso un nuovo SNN. Professionisti, innovazione e PNRR” che si terrà a Milano dal 10 al 13 novembre presso gli East End Studios.
Un evento, tra i primi in assoluto in presenza in questa fase post-emergenziale, che ad oggi conta oltre 1.000 iscritti, 90 lavori Health Technology Challenge, più di 90 aziende sponsor e soprattutto un ricco programma scientifico composto da più 25 sessioni dedicate ai temi più attuali e quelli cardine: PNRR e prospettive di sviluppo della sanità del Paese, digitalizzazione, MDR (EU) 2017/745, progettazione, cybersecurity e nuovi tools per la sicurezza dei dispositivi medici, territorialità e telemedicina, gestione e manutenzione delle apparecchiature biomediche e molti altri. Più di 100 relatori d’eccezione provenienti dal mondo istituzionale e da quello sanitario, con gli ormai tradizionali 12 corsi di formazione professionale pre e post Convegno che saranno tenuti da docenti esperti del settore, oltre a 10 workshop. Il tutto con un forte coinvolgimento sia del mondo dell’industria sia dei partecipanti, di cui gran parte giovani.
 
Ing. Carmelo Minniti
Vice Presidente Associazione Italiana Ingegneri Clinici
Dirigente Ingegnere Clinico c/o A.S.P. di Reggio Calabria