5. nov, 2021
COSA FARE PER LA SANITA’ IN CALABRIA di Gianfranco Scarpelli
Preliminarmente bisogna tener conto di quanto acclarato nella sentenza della Corte Costituzionale 168/2021 “Commissariamento della sanità calabrese ai sensi della Legge Calabria 181/2020 …
-Che, la disciplina dei piani di rientro dai disavanzi sanitari e dei relativi commissariamenti di cui all’art. 120, secondo comma Cost. , è connotata da «un costante confronto collaborativo tra il livello statale e quello regionale, la cui sede di elezione è rappresentata dall’azione congiunta del “Comitato paritetico permanente per la verifica dei Livelli essenziali di assistenza” e del “Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti” regionali […]: organismi la cui stessa composizione, improntata a una compenetrazione tra la componente statale e quella regionale, garantisce di per sé il pieno coinvolgimento della Regione in merito all’analisi dell’andamento del proprio piano di rientro» (sentenza n. 200 del 2019; nello stesso senso, sentenza n. 233 del 2019 );
-Che, la partecipazione della Regione al percorso di risanamento deve essere assicurata da confronto con lo Stato in sede di verifica dell’attuazione del piano Piano di Rientro e nella proposizione del Piano Operativo Triennale;
E preso atto che lo stato di ed attuazione del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, dell’attuazione della rete territoriale, della rete di emergenza-urgenza e delle reti tempo dipendenti, in coerenza con il fabbisogno assistenziale, tutte azioni di cui al P.O. 2019/2021, sono ancora da realizzarsi e pertanto, anche alla luce della crisi pandemica;
Si rende necessario attualizzare un nuovo Piano Operativo ovvero di Rientro.
Tenuto anche mente della rivisitazione del Governo della Rete Territoriale secondo le linee guida dell’Agenas, che ha ri-disegnato una diversa organizzazione della medicina territoriale e che in tal senso assegna ai nuovi Distretti sanitari un ruolo centrale nell’assistenza delle patologie croniche, con la previsione di team di professionisti inseriti nelle Case di Comunità e assistenza negli Ospedali di Comunità, finanziabili con i fondi del PNRR-
In tale prospettazione del sistema assistenziale , si rende necessario un nuovo e adeguato Piano Operativo, che potrà trovare risposta operativa nel ruolo del Commissario ad Acta affidato al Presidente, che in tal ruolo potrà garantire la giusta sintesi degli interessi della Regione Calabria in materia di tutela della salute.
L’attuazione di un nuovo P.O. impone che le proposte di Atto aziendale redatte dalle Aziende siano congelate ed eventualmente riproposti a seguito del nuovo Piano Operativo che contempla la rivisitata Rete organizzativa dell’assistenza territoriale, per come prospettate dal Ministero della salute e tenga conto delle necessità emerse durante l’attuale fase pandemica COVID 19.
Il quadro assistenziale emerso durante la fase emergenziale pandemica COVID19 ha reso tutti maggiormente consapevoli che il sistema sanitario va rivisitato puntando maggiormente sulla sanità territoriale anche al fine di galvanizzare e specializzare quella ospedaliera. Convinti che un sistema efficiente della Rete territoriale distrettuale, capace di attivare processi di tipo proattivo, d’iniziativa (Chronic Care Model), organizzato con diffuse strutture quali le Case di Comunità e Ospedali di Comunità, renda meglio performante la Rete ospedaliera anche attraverso una più efficiente ed efficace organizzazioni per la gestione delle patologie croniche che per la loro consistenza assorbono oltre il 65% delle risorse .
C’è bisogno di costruire un sistema integrato tra prestazioni sanitarie e sociali, supportate dalla tecnologia e soluzioni digitali, e tanto è possibile con la presa in carico domiciliare del paziente cronico, che possa garantire una reale continuità assistenziale ospedale-territorio gestito dal Distretto sanitario, con interventi convergenti delle professionalità del territorio (Medici di Medicina Generale, Specialisti Ambulatoriali, Psicologi, Infermieri, Terapisti della riabilitazione e Assistenti Sociali ), possibilmente a domicilio del paziente e quanto ciò non è possibile, nelle Case di Comunità e negli Ospedali di Comunità che si intendono attivare.
Un tale percorso rivisitato con il nuovo Piano Operativo potrà trovare attuazione assegnando un ruolo forte ai distretti sanitari, attraverso l’integrazione dei Medici della medicina generale, PLS, della Specialistica ambulatoriale, della Continuità d’assistenza e delle USCA (unità speciali continuità assistenziali) anche nelle funzioni assegnate alle AFT (aggregazioni funzionali territoriali) e UCCP (unità complesse cure primarie). In tale tal senso è urgente predisporre modelli di Reti integrate Ospedale-Territorio/Domicilio che, partendo dall’esigenza della persona e dei familiari, sappiano riconoscere il valore delle relazioni (ascolto) nel percorso di cura e di riabilitazione, in ogni luogo.
Dr. GIANFRANCO SCARPELLI