28. ott, 2021
PNRR E LA SFIDA DEL SISTEMA TERRITORIALE. REGIONI ED EELL ALLA PROVA DEL NOVE di Tullio Laino
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza rappresenta, senza dubbio, un momento storico per l’Italia, seppure determinato da un evento a dir poco catastrofico quale la pandemia da Covid 19. La lunga ed estenuante trattativa condotta dal Governo Italiano con le Istituzioni Comunitarie ha dato luogo ad una inversione di tendenza che sembra aver allontanato nel tempo gli strettissimi vincoli imposti dal Fiscal Compact Europeo, notoriamente attestati su politiche rigoriste e di contenimento del debito pubblico, oggetto di costante monitoraggio da un organismo denominato “TROIKA”, non proprio amato da alcune Nazioni Europee, prima tra tutte la Grecia. La vecchia politica monetarista “sangue e sudore”, fatta di tagli orizzontali alla crescita, alla spesa sociale, all’ammodernamento tecnologico ed infrastrutturale, alla tutela della salute pubblica, in una realtà comunitaria priva di programmazione economica condivisa e solidale, egemonizzata da “Nazioni Trainanti”, ha lasciato il posto ad una nuova logica epocale della spesa produttiva e d’investimento, in antitesi alla linea del rigore finanziario. In tale contingenza si impone, in maniera ineludibile, il ricorso ad una progettualità,, settoriale e plurima, senza la quale gli Stati membri dell’Unione Europea, destinatari dei fondi strutturali del Recovery Plan, non potranno competere in un mercato globalizzato, dominato dalle emergenti potenze economiche, quali la Cina.
A fronte dell’occasione storica del PNRR, si pongono, corrispettivamente, l’esigenza della gestione burocratica dell’enorme massa monetaria accordata al nostro Paese ed il problema della trasformazione degli imput programmatici in progetti settoriali, atti ad innovare profondamente il tessuto economico, sociale, imprenditoriale del nostro Paese. In altri termini, occorre una tecnocrazia adeguatamente formata ed informata, che esca dalle secche delle routinarietà e si spenda in termini di conoscenza dinamica e conferente con gli obiettivi di crescita e di innovazione di cui l’Italia ha bisogno. Non conflittualità ma sinergia e dinamismo rappresentano la grande scommessa della crescita. In tale contesto si impone, oltre alla lealtà dell’apparato burocratico agli obiettivi del PNRR, l’esigenza di una formazione specifica e permanente, che dovrà condurre l’Italia, nei tempi prestabiliti, alla realizzazione degli obiettivi prefissati. Non sono auspicabili inerzie e conflittualità, le quali, fin’ora, hanno rallentato i processi di crescita Nella determinazione dei fabbisogni strutturali ed infrastrutturali, un ruolo preponderante dovrà essere svolto dalle Regioni e dalle Autonomie Locali, quali Comuni e Province.
La necessità di implementare la progettualità settoriale prevista dal PNRR investe la tecnocrazia nazionale, regionale e locale, in termini di definizione del fabbisogno infrastrutturale che dovrebbe essere il presupposto fondamentale della crescita economica e della competitività sul mercato globale. E’ noto, peraltro, come le burocrazie, soprattutto periferiche, consolidatesi soprattutto nel Meridione d’Italia, hanno denotato, nel corso degli anni, una scarsa progettualità economica, tecnologica, socio-sanitaria, strutturale ed infrastrutturale. Occorre, in prospettiva, il superamento della inveterata e nefasta pratica della cooptazione, retaggio della vecchia politica del consenso, e la contestuale riscoperta della competitività, quale fattore di promozione e di sviluppo. Sulla scorta degli orientamenti governativi in tema di distribuzione dei fondi del PNRR è dato rilevare, nelle Regioni meridionali, un grave ritardo nella elaborazione progettuale, con il rischio concreto della perdita del 40% dei fondi previsti. Un serio campanello di allarme è dato dalla recente decisione dell’UE di sospendere alla Regione Calabria i fondi strutturali 2014/2020 del FSE, per acclarati errori di rendicontazione. I burocrati lascino il posto ai manager in grado di progettare e programmare il futuro generazionale.
Tullio Laino