1. ott, 2021

Sezione SANITA': Tutti alla ricerca delle soluzioni, perlopiù campate in aria, oppure ad urlare le solite denucie perditempo di Silvano La Bruna

TUTTI ALLA RICERCA DI SOLUZIONI…
Siamo agli sgoccioli di un teatro elettorale dove attori principali e figuranti stanno esprimendo il miglior volto di una autocrazia elettiva declamante se stessa. Per il sistema sanitario ora tutti rinnegano un commissariamento del Governo centrale che doveva garantire ai cittadini calabresi almeno quella minima offerta di servizi che, già minima ai tempi della sigla del patto tra Governo e Regione, oggi è affrancata persino alla stessa normativa nazionale e regionale; dell’ultimo Piano Sanitario Regionale e dell’attività del Consiglio regionale rimane solo il contenitore (le macro ASP create nel 2007) ed un contenuto (il fondo del bicchiere) esclusivamente costituito e sostenuto da operatori, stanchi, demotivati, ridotti a ranghi di truppe con le scarpe di cartone; al netto ovviamente di quelle pochissime isole di efficienza ed attrattività come da altri ricordate in questo blog.
Però, cospargiamoci tutti il capo di cenere; le complicità e le fidelizzazioni di sistema prodotte dal politico di condominio il cui assioma principale è il “più sei coglione più mi fai comodo”, si è tradotto in una dirigenza sanitaria ed amministrativa a “scarso impegno  e a secco di iniziativa” (con ovviamente le dovute eccezioni): gestire strutture, tecnologie e risorse umane, spesso senza aver mai partecipato ad alcun concorso pubblico, contribuendo alla produzione di inania, inerzia ed inefficienza, assume il significato di una stabilizzazione della condizione di sofferenza globale attuale.
 In questo contesto, siamo tutti d’accordo, non ci si può giovare di un commissariamento regionale ragionieristico quand’anche questo fosse propositivo di una nuova frontiera sanitaria e sociale; il debito accumulato dalla Regione Calabria rimane, il Governo centrale non ha ancora trovato la soluzione amministrativa, tanto meno legislativa, per superare lo stato delle cose.
I fenomeni quindi li conosciamo, le soluzioni finora proposte sono impraticabili (fuori i politici dalla sanità, ritorniamo ai comitati di gestione, stop al piano di rientro, usiamo la sussidiarietà scritta in Costituzione  ecc….).
Nessun politico di alcun schieramento ha snocciolato un dettaglio di azioni, tempi e modi, per dare neanche un senso applicativo alla programmazione esistente ovvero agli innumerevoli decreti commissariali, programmi operativi triennali compresi, rimasti sostanzialmente sulla carta nelle parti di attivazione di servizi, non certo rimasti sulla carta nelle parti di cessazioni di servizi. Tanto meno, nessun politico di alcun schieramento ha finora proposto un piano B.
A solo titolo esemplificativo, la vicenda vergognosa degli ospedali di confine (Praia a Mare e Trebisacce) prima riconvertiti in CAPT/case della salute e poi restituiti al circuito ospedaliero ma ancor oggi mancanti di servizi assistenziali essenziali indica l’andamento generale del sistema sanitario regionale: da una parte una fragilissima ed inefficiente offerta ospedaliera, dall’altra un embrione di assistenza territoriale che a fatica sta emergendo dal deserto dell’offerta sociosanitaria
Hai voglia così a proclamare programmi ed azioni in campagna elettorale. È vero che sparute persone di buona volontà e con buone competenze si muovono tra i diversi schieramenti e corrono il rischio di essere elette al Consiglio Regionale. Vasi di coccio…    Eppure sul terreno della salute, cui è destinato più del 70% delle risorse economiche regionali, i politici dell’autocrazia elettiva (i vasi di ferro) avrebbero potuto/dovuto giocarsi le carte di un programma politico, almeno di facciata, al fine di convincere l’elettore, il cittadino a premiare questo o quel candidato. I contenuti delle problematiche del SSN/SSR, anche ideologici, non sono solo discussi sulle maggiori riviste di settore ma sono titoli di giornali quotidiani: la regionalizzazione dell’organizzazione sanitaria, la graduale e continua ascesa della privatizzazione dell’offerta sanitaria, la forma e la sostanza del “secondo pilastro” costituito da un sistema assicurativo che ripristina un sistema mutualistico già a noi tutti noto…
Insomma se l’offerta politica è miserevole non vedo come l’offerta dei servizi, non solo quelli sanitari, potrà migliorare ed evitare che si alimentino i viaggi della speranza verso il nord.  Generalizzo, non essendo ora il caso di andar a discutere i dettagli e le poche positive eccezioni.
Con prospettiva non contingente, però un pensiero su questa società liquida, occupata e capeggiata da politici autoreferenziati, me lo permetto: potrà essere contrastata e superata dall’Accademia (strictu sensu), dal cittadino Competente (ma non quelli autonominatosi tali) che si vestono i panni del rappresentante per lavorare per la polis? O dobbiamo continuare ad autoflagellarci nell’ascoltare fumosi proclami dove non si consuma neanche la coniugazione del congiuntivo ed agire alla Montanelli-maniera?
 
Dott. Silvano La Bruna