21. set, 2021
Occorrono le migliori politiche per risollevare la Calabria dal vuoto assoluto di Franco Mollo
È chiedere troppo ai candidati?
Siamo in piena campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale Calabria e del Comune di Cosenza e leggendo o ascoltando le promesse o “dichiarazioni passionali” dei vari candidati sembra di assistere alla proiezione di un vecchio film, che gli elettori calabresi ormai conoscono a memoria negli ultimi cinquant’anni. Un vecchio cliché sia nello stile che nei contenuti e che trova, purtroppo, anche consensi dimostrando così di non conoscere, o forse far finta, la drammatica situazione economica e sociale in cui si trova la Regione. I discorsi dei candidati e dei post ripetitivi di sostegno dei follower, sono incentrati nelle promesse a tutto campo di ciò che faranno una volta eletti senza mai specificare con quali risorse finanziarie o umane. Dall’esaltazione del proprio ego, “io sono persona onesta”, “io farò”, ecologista, ambientalista, femminista e chi più ne ha più ne metta. Ve lo immaginate un candidato di qualsiasi colore politico affermare il contrario? I confronti diretti e indiretti fra i candidati di diverso schieramento sono per lo più incentrati nelle accuse reciproche di non aver fatto o peggio di aver fatto gli interessi personali a livello di denunce penali, e ci manca poco che venga mutuato il collaudato “modello del vaffa..”.
In questi giorni sono andato a rileggere gli interventi dei consiglieri regionali durante l’insediamento del primo Consiglio della Regione Calabria del 1970, per cercare di capire quali cambiamenti migliorativi nei discorsi sia dal punto di vista dei problemi posti, lessicali e perché no anche nello stile di linguaggio utilizzati dagli onorevoli, titolo improprio e largamente abusato, in questo mezzo secolo, sul regionalismo e sul concetto di Mezzogiorno per il futuro. Regionalismo e Mezzogiorno di cui non si trova traccia negli interventi degli attuali candidati.
Interventi dai quali emerge un livello culturale, reciproca onestà intellettuale e lealtà umana, pur facendo parte di schieramenti politici opposti, divisi anche da una profonda visione ideologica che non ha lontanamente paragone con i nostri attuali onorevoli, spesso anzi molto spesso politici di professione. Dal discorso di Antonio Guarasci, primo presidente della Giunta Regione Calabria, della Democrazia Cristiana (DC):
“La Regione…… non si pone solo come strumento di decentramento amministrativo, ma di profonda riforma dello Stato, per collegare lo Stato alla radice più viva e più significativa della democrazia;
di sbaraccamento del vecchio Stato dell’ordine autoritario, costruito nel 1865 e ricostruito nel 1922, per il predominio borghese e classista di tutta la società, per costruire centri politici nuovi, per fondare lo Stato pluralistico, autonomistico e democratico. Come Uno Stato, cioè, che vede estendere i centri di decisione politica, chiamandovi a partecipare più direttamente le forze politiche più vicine alle classi popolari”.
Dal discorso di Francesco Martorelli, consigliere regionale del PCI (Partito Comunista italiano):
“… l’ordinamento ragionale sorse nel pensiero del costituente e anche nell’elaborazione politica e dottrinale e soprattutto in funzione dello sviluppo del Mezzogiorno, soprattutto come strumento per il superamento dello del tradizionale squilibrio tra nord e sud. ….. “E, si badi, il meridionalismo del quale parliamo non significa una concezione provinciale della nostra autonomia, ma significa, invece, la necessità di inserirci in un nuovo processo di sviluppo di tutto il Paese”.
Nei due interventi emerge già fin da allora il pensiero di autonomia regionale, concetto che al solo parlare oggi si viene accusati di fare gli interessi del Nord, anziché mutuare le best practice delle Regioni virtuose. Guarasci e Martorelli due politici divisi ideologicamente ma con una visione comune per lo sviluppo della Calabria e del Mezzogiorno. Non a caso il Presidente Guarasci nella sua visione lungimirante guardava alle regioni del Nord per stabilire un rapporto di mutua collaborazione e stabilì uno stretto rapporto con Piero Bassetti, primo presidente della Giunta Regione Lombardia. Ma ritorniamo alla campagna elettorale di questi giorni dove non si percepisce non solo quale visione o discussione sull’autonomia regionale, se non il vecchio slogan funzionale del “complotto del Nord contro il Sud o del Nord che sfrutta il Sud” o i fondi del PNRR che vengono assegnati di più alle regioni oltre il Rubicone senza un minimo di autocritica sugli ingenti flussi finanziari ordinari o europei assegnati al Sud o mal spesi in questi ultimi decenni. Basti pensare ai fondi UE assegnati alla Calabria per il periodo 2014-2020 che sono stati utilizzati solo il 13% circa. Un tema di grande attualità che sta vedendo diverse Regioni impegnate a ridisegnare il ruolo e le funzioni, in particolare sulla Sanità che in questi ultimi due anni la pandemia ha fatto emergere con tutte le sue inefficienze soprattutto al Sud e rispetto alla quale in piena campagna elettorale i candidati alla presidenza della Regione Calabria dicono poco o nulla ed in particolare sul debito accumulato dalla Regione nell’ultimo decennio. Punto cruciale per chiunque sarà il futuro governatore al quale chiediamo in che modo vorrà sanare gli oltre tre miliardi di debito, in modo puntuale e temporale, con quali risorse, procedimenti amministrativi nel rispetto delle vigenti norme sui finanziamenti da parte dello Stato Centrale alle Regioni, così come rivedere l’intero sistema sanitario sul territorio e garantire i LEA (Livelli Essenziali Assistenza). Altro tema riguarda il problema dei problemi che riguarda l’intera macchina regionale, la struttura dirigenziale e tutto l’apparato impiegatizio al fine di renderlo efficiente e trasparente in tutti gli atti.
Inoltre considerato che ogni anno non riusciamo a spendere i soldi che provengono dall'Europa, quali sono nello specifico le misure che intendono prendere perché questo non si verifichi più? In materia di politiche e rapporti con l’Unione Europea, un tema a me particolarmente caro, c’è più che mai la necessità di un assessorato specifico per rafforzare la conoscenza delle opportunità europee, penso alla possibilità di formazione per i nostri studenti e giovani laureati. Diffondere i valori e gli obiettivi dell’Unione europea; sensibilizzare i cittadini e promuoverne la partecipazione civica e democratica a livello comunitari ed in particolare sostenere gli enti del territorio nella partecipazione alle politiche europee e nella possibilità di intercettare le risorse disponibili, soprattutto relative alla nuova programmazione dei Fondi europei e all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
In tema di piano dei trasporti regionale se intendono rivedere la governance dell'azienda regionale dei trasporti e procedere ad un nuovo piano industriale? Tutti temi sui quali, aldilà delle promesse che faranno non vengono specificate, lo ripeto, le modalità, con un timeline che impegni risorse finanziarie certe e soprattutto risorse umane, ovvero competenze professionali di alto livello riconosciute a livello nazionale ed internazionali, non i portaborse o galoppini.
Una domanda alla quale gli lettori meritano una risposta riguarda i vitalizi percepiti dagli ex consiglieri regionali.
Last but not least le politiche del lavoro richiedono alla base di tutto una visione complessiva di quale Calabria si vuole costruire, non ricostruire in quanto ancora non è stata ancora costruita, che parti proprio dalle cose anzidette oltre a guardare prioritariamente alla vocazione naturale del territorio, agricoltura e turismo. Quest’ultimo aspetto rimane la chiave di volta per il futuro della Calabria. Possiamo pensare di costruire la più bella nave dei sogni per salpare ed affrontare l’oceano ma bisogna scegliere contestualmente l’equipaggio formato dal comandante, dagli ufficiali, e dalle altre persone arruolate per il servizio della nave in modo che i passeggeri sappiano a chi è affidata la loro sicurezza durante il viaggio. La Calabria è piena di cattedrali, leggi navi, costruite e mai salpate, come dire “Una nave in porto è al sicuro. Ma non è per questo che si costruiscono le navi” (John A. Shedd). Ovvero come prima citato, abbiamo “la necessità di inserirci in un nuovo processo di sviluppo di tutto il Paese “.
Infine una nota di colore. In questa campagna elettorale si sente spesso ripetere, al fine di accaparrarsi il voto degli indecisi di andare a votare e votare il meno peggio, come dire sono più o meno tutti allo stesso livello. Ma sforzarsi di candidare i migliori e votare il candidato migliore NO?
Franco Mollo