20. set, 2021
Elezioni, Sanità, Meritocrazia di Francesca Castrovillari
Il buongiorno si vede dal mattino?
Massima non sempre attuale e corrispondente agli accaduti, soprattutto quando il punto di levante su quale deve sorgere il sole è quello della sanità.
Alle porte delle elezioni regionali in Calabria si scatena la lotta per accaparrare quanti più consensi possibili. Le tecniche e le tattiche, utilizzando un linguaggio olimpionico, sarebbero da squalifica.
Si promettono cambiamenti, svolte, nuovi venti ma senza dire come, con quali risorse e con quale governance.
Si registrano difficoltà anche in relazione ai candidati, alcuni dei quali resisi attori che sono stati alla guida del carro che ha trainato la regione verso il baratro.
A monte nessun progetto e nessuna garanzia realizzativa ma solo le solite aberranti promesse: “Cambieremo le cose, creeremo posti di lavoro, il nostro primo pensiero sarà curare la sanità, l’ambiente, il turismo, il nostro mare”.
Ma i programmi?
Non è possibile votare su promesse, abbiamo bisogno di programmi chiari che mostrino in maniera articolata come si intende dipanare questa aggrovigliatissima matassa, in grado di dire semplicemente cosa si intende per cambiamento, altrimenti i discorsi avranno lo stesso valore delle promesse che i bimbi scrivono nella letterina di Natale “prometto di essere buono e bravo”, solo che in questo caso non c’è l’ingenuità della fanciullezza a giustificare la semplice frase ma l’egoismo di chi vuole sempre di più a spese della nostra terra e dei suoi abitanti.
Ogni volta lo scenario è sempre lo stesso o forse peggio: da un lato, i candidati esempi di inutilità programmatica, sempre più presi dall’apparire e a fare incetta di visualizzazioni e di “like” sui social con spot vuoti nei contenuti; dall’altro l’assemblea dei votanti che si sente trascurata, demotivata e stanca di questo siparietto, pronta a disertare le urne che sempre di più assumono non più uno strumento di democrazia ma un ulteriore start della delusione totale.
I discorsi in circolazione sono vuoti, parole allineate in bell’ordine (non tutte!) ma che non trasmettono alcun progetto credibile. Una vecchia indicazione sempre valida sostiene che “si può dire di aver chiara una cosa quando si è in grado di spiegarla ad un bambino”.
Sentendo parlare i nostri politici le conseguenze sulla chiarezza sono immediate.
In particolare la Sanità, sempre più martoriata, si sta trascinando grazie alla buona volontà delle persone che si danno ogni giorno anima e corpo alla missione sposata ma stanchi di vedere continuamente soprusi e gestioni ambigue.
Sappiamo tutti lo stato in cui versa la sanità nella nostra regione ma nessuno dice chiaramente come intende risanare una situazione tanto grave quanto triste. Le aziende sanitarie rimangono i luoghi dove maggiormente si fanno strada gli individui senza scrupoli e con le spalle coperte a discapito di chi ama il proprio lavoro e non vuole piegarsi a compromessi perché non disposto a barattare i propri valori con la carriera, con le proprie idee.
I pazienti, questi sconosciuti. Perché per i pazienti tutto è difficile, ad iniziare dalla prenotazione di una visita?
Come pensiamo di poter crescere se non diamo attenzione ai più deboli, ai fragili.
In un orchestra o più semplicemente in una banda musicale, il livello di bravura lo fissa l’elemento meno esperto e per questo tutti gli altri componenti dedicano a lui tempo e cura per farlo crescere. Bisognerebbe mediare questo concetto dalla musica; purtroppo in politica ci sono solo mediocri solisti che cercano di apparire virtuosi pianisti senza essersi mai confrontati con uno studio di Chopin o un preludio di Rachmaninov ad esempio.
Infine la meritocrazia, di cui tutti parlano e abusano, quando verrà realmente presa in considerazione?
Nei programmi attesi ci sarà spazio per chi da sempre in silenzio ha lavorato senza mai darsi un’etichetta e sempre a testa alta non si è mai abbassato ad alcune logiche perché la prima regola è la coerenza, il rispetto per il prossimo e per le proprie idee?
“Lascia il mondo meglio di come lo hai trovato” penso che tutti questi candidati dovrebbero farsi ispirare da questo motto nello stilare il programma e soprattutto nel metterlo in pratica.
E allora piuttosto che dire “il buongiorno si vede dal mattino”, aspettiamo i programmi e la loro applicazione per poter felicemente dire che è trascorsa una bellissima giornata, in cui la logica della democrazia protesa al bene collettivo, alla libertà, ai diritti, alle scelte scevre di interessi personali ha vinto sulla logica della mondanità, dell’onore e dei privilegi, del prestigio e del successo facile.
Francesca Castrovillari