16. set, 2021
Elezioni e Ambiente. Transizione Green, la pretende il PNRR! di Alessandro Mazzitelli
La problematica ambientale, in senso ampio, comprensiva della salute umana, ci pone ancora una volta innanzi alla necessità di rivedere le tradizionali categorie di analisi, comprese quelle giuridiche. A partire dalla classica, ormai superata, contrapposizione delle libertà individuali con quelle sociali, le tipologie analitiche si alimentano dal binomio diritti e solidarietà, ovvero sacrificio individuale e benessere collettivo (e viceversa), superamento una volta per tutte delle concezioni marcatamente utilitaristiche nel rapporto uomo-ambiente. Questo subisce una trasformazione lenta e graduale, in larga misura derivante dallo stato di necessità relativo alle esigenze di vita dell’uomo contemporaneo, ma proprio a causa di ciò il sentire comune della questione ambientale svela implicitamente i limiti della portata del cambiamento. In tutta evidenza la tutela dell’Ambiente esprime passioni, speranze, incomprensioni. In base al contesto, sarà inteso come un’idea alla moda, un lusso per i paesi ricchi, un mito, un tema di contestazioni, un ritorno alla terra, un nuovo terrore legato all’imprevedibilità della catastrofi ecologiche, il cambiamento climatico, la distruzione delle risorse naturali, un grido di allarme della scienza sui limiti della crescita. Ma anche un nuovo mercato dell’antinquinamento e un’utopia contraddittoria con il mito della crescita economica.
L’approccio dovrebbe pertanto essere mirabilmente fondato sul concetto di generazioni future e sulla responsabilità della politica nell’assolvimento della sua funzione al pari del buon padre di famiglia (H. Jonas). Capacità pertanto della politica nel costruire un indirizzo nel quale, in primo luogo, il principio dello sviluppo sostenibile, che ben sintetizza la necessità di conciliare sviluppo economico e tutela dell’ambiente, abbia un ruolo centrale, nel senso che la tutela dell’ambiente debba essere considerata nella definizione e attuazione delle politiche, a partire da quelle economiche.
La “ trasversalità” della tutela ambientale quindi, derivante dalla necessità di promuovere lo sviluppo sostenibile, condizionerebbe dunque tutte le altre politiche. Sotto il profilo istituzionale, andrebbe quindi formulato il principio in parola quale vincolo alle politiche regionali. In tal senso - mentre a livello nazionale si dibatte sulla necessità di introdurre, invero inutilmente in quanto già presente, l’Ambiente in Costituzione, quando invece sarebbe opportuno l’inserimento a livello costituzionale del principio della sostenibilità - lo Statuto della Regione Calabria stabilisce tra gli obiettivi fondamentali in materia di programmazione economica lo sviluppo sostenibile della Regione ( cfr. Statuto art. 2, secondo comma, lett. n). Tale norma dovrebbe condizionare l’indirizzo politico regionale e favorire l’adozione di politiche di sviluppo in linea con il PNRR e con la condizione ambientale-paesaggistica regionale. Proprio perchè lo sviluppo sostenibile è un principio “integrated and interactive”, composito ed interdisciplinare, che ricorda la cupola di un tempio i cui pilastri sono costituiti da singole partizioni del diritto e dell’economia (D. Mc Goldrick), non si può prescindere dal costruire un quadro organico di riferimento che faccia da cornice alla programmazione politica regionale. Tuttavia, ammesso che elemento trainante dello sviluppo sostenibile - concetto che per sua natura ha allargato l’obiettivo del controllo sulle attività umane - sia la ricerca dello stretto legame tra i diversi saperi come fonte di razionalizzazione e ricadute positive nella sfera della politica, non solo dobbiamo testimoniare e ribadire la garanzia dei diritti sociali, ovvero le libertà che richiedono un intervento attivo da parte dello Stato, ma in questa particolare fase storica è necessaria una riespansione dell’intervento pubblico, e pur con tutti i limiti costituzionali, anche di quello regionale, cooperativo e solidaristico.
La presenza di una chiara menzione nello Statuto comporta un effetto vincolante del principio e un parametro di validità delle norme subordinate. La buona politica deve essere in grado di bilanciare valori e interessi fondamentali con le trasformazioni economico-sociali e culturali fino allo stadio finale del suo divenire, ovvero l’applicazione delle regole in modo efficace.
Alessandro Mazzitelli