15. set, 2021
Elezioni e imprese: occorre un diverso e più efficace rapporto tra potere politico-istituzionale e attori dell'imprenditoria di Mauro Calabretta
Si approssimano le elezioni regionali, ed a meno di un mese dalla celebrazione, costatiamo atteggiamenti e comportamenti prevalentemente tiepidi e trepidi da parte delle cittadinanze ed in particolar modo di alcune categorie.
Come gia accaduto nel 2019 dove la partecipazione al voto e’ stata del 42% (anche in questa), sorge immediato e visibile il rischio che vincitori e vinti non avranno comunque piena legittimazione;
ed il disincanto delle popolazioni calabresi, non dovuto soltanto alle “ormai storiche lacune delle politiche istituzionali”, è la risultanza di una sorta di fatalismo delle categorie produttive.
La classe dirigente politica che scaturirà dalle urne, dovra mettere in atto scelte e decisioni legislative capaci di generare un vero e proprio elettroshock capace di coinvolgere, indirizzare e stimolare un mondo produttivo ormai per la maggior parte negletto ed assiso per lo piu su rendite di posizioni ;
occorrera’ far scoprire ai calabresi le logiche del mercato aperto e della libera concorrenza.
Strumento formidabile sul quale poter costruire, tenendo conto dell’impalcatura accennata, non potra che essere il Pnrr, nel quale, crescita e sviluppo costituite dalla rigenerazione urbana, recupero delle zone interne abbandonate, efficentamento ed interconnessione delle infrastrutture esistenti, costituiranno le opzioni su cui improntare la necessaria transizione ecologica.
Appare evidente, in assenza di una piattaforma di soluzioni da sottoporre alla valutazione delle coalizioni in campo, ed alla conseguente pretesa di risposte esaurienti e soluzioni attendibili, che solo una bassissima percentuale del cosiddetto humus imprenditoriale ha dedicato tempo alla lettura (… magari delle sole prime pagine) del voluminoso Pnrr.
Altresì ed altrettanto vera appare la distanza tra “Palazzo “e ceti produttivi, dovuta alla diversa considerazione che in passato è stata garantita solo ed esclusivamente ad alcuni settori di attività ( sanita privata, attivita di forestazione, industria dei rifiuti );
una logica questa, rapprentiva di un criterio sperequativo che ha diffatto disconnesso il mondo economico e produttivo.
Di questi giorni, è l’ufficializzazione dei dati sull’ import export agroalimentare italiano, capaci di restituirci la riscoperta del boom di un settore biologico a cui partecipano in maniera rilevante alcune regioni del sud tra cui la stessa Calabria.
Su questi temi occorre insistere e lavorare, tenendo conto che l’agricoltura nazionale e con essa l’intera filiera, potranno beneficiare di ulteriore incremento soltanto da sud, essendo ormai in via di esaurimento l’intera area di coltivazione settentrionale.
Occorrera’ favorire, con premialità alternative alle attuali forme di assistenzialismo, magari mediante la facilitazione all’ associazionismo cooperativo e consortile, un percorso nel quale i produttori risultino partecipi anche al reddito di distribuzione.
Particolare attenzione agli ormai stantii progetti Zes;
(accompagnati però) da imprescindibili e fondamentali politiche urbanistiche necessarie a valorizzare e verticalizzare le funzioni dei retroporti ed a incrementare le attivita cargo negli aeroporti esistenti, cosi come la rivitalizzazione dei nuovi consorzi industriali da concepire come “ APEA “ specie se direttamente connesse con il Ministero per il Sud.
Questo il panorama regionale, ormai orfano di attori e ruoli, nel quale l’ormai fittizia presenza istituzionale confindustriale e sindacale, è un giusto amarcord;
Queste le tematiche da approfondire magari in appositi futuri spazi, con l’auspicio e preferibilmente alla presenza di quei nuovi atenei, finalmente rivolti al mondo dei mestieri e delle future professionalizzazioni.
Al prossimo presidente il compito di fare cio che occorre
alla calabria , ai calabresi
all’intero mondo imprenditoriale.
Dott. Mauro Calabretta
Amministratore A.M.C. Lobbying & Consulting