6. set, 2021
Una Sanità in cerca di una sua dimensione ottimale di Antonello Talarico
Il compito di curare le malattie è appannaggio del medico. Egli ha il compito di curare alla luce delle evidenze e certezze scientifiche.
Il medico cura la persona in base alle sue conoscenze e le applica con i mezzi che ha a disposizione. E’ sempre stato così. Lo è tuttora, ed attualmente sempre più stringente e condizionante (giustamente) per l’operato del medico il legame tra il suo agire e le linee guida. Non solo. Diventa ancora stringente e condizionante quel binario parallelo con frequenti interconnessioni, che è rappresentato dai risvolti medico-legali (ci sarebbe da discutere chissà per quanto….su questo aspetto).
Ma per riprendere le parole ed il pensiero di recente espressi dal Presidente Draghi concentriamoci sulle “competenze”.
Vorrei fare una brevissima premessa, (consentitemelo anche per richiami prettamente personali) su cosa dobbiamo intendere per Medico (volutamente questa volta metto la “M” maiuscola). Paracelso nel XVI° Sec diceva che il Medico è colui il quale "possiede la sensibilità ed il tatto che gli consentono di entrare in comunicazione con il paziente e deve possedere l’intuizione necessaria per capire il paziente ed il suo corpo ”.
Questo scenario raffigura il Medico che entra in contatto fisico con il paziente, la sua mano come strumento diagnostico. A questo punto non vorrei apparire come un “nostalgico” della medicina svolta da Paracelso, anzi sono un convinto e tenace assertore che tali caratteristiche del Medico non hanno e non devono perdere la loro validità nell’epoca della medicina ipertecnologica.
In buona sostanza, alle conoscenze è necessario che siano legate, in modo indissolubile e non variabile nel tempo, le doti del Medico.
Noi stiamo vivendo un momento storico caratterizzato dalla confusione dei ruoli.
Si assiste ad un susseguirsi di manifestazioni caratterizzate più dalla mania di presenzialismo da palcoscenico che dalla sostanza, quella che conta.
Questo purtroppo avviene non solo in ambito comunicativo (Mezzi di comunicazione “classici” o sui Social) ma anche, e purtroppo, nell’ambito più strettamente tecnico. Mi riferisco in particolare modo a chi si trova a gestire o si candida a gestire la cosa pubblica in Sanità.
Quale è il punto critico? Il punto critico è la competenza. Il punto critico è la dimensione della competenza in Sanità, a tutti i suoi livelli.
Sono cosciente che il governo di tutti i processi che coinvolgono la sanità è cosa veramente difficile.
Ma come si può pensare di affrontare una cosa difficile senza averne le competenze? Cosa è successo sinora nella nostra “terra”?. Chi si è occupato dei processi che coinvolgono la sanità in Calabria? Da chi siamo stati rappresentati (giusto per fare un esempio insieme ad altri. nella conferenza Stato-Regioni? Ed ancora chissà quanti di voi vorrebbero aggiunge altri interrogativi in linea con quelli di cui sopra.
Allora dalle risposte troveremo sempre e solo la stessa necessità: la competenza, a tutti i livelli.
Il mio vuole essere un augurio, una speranza affinché la Sanità, soprattutto in Calabria, trovi una sua “Dimensione”. Che si ristabilisca un ordine soprattutto nei ruoli da svolgere, essere meno approssimativi nella loro “assegnazione” .Che si dia più ascolto alla figura centrale di tutto il sistema, cioè al Medico che si sporca le mani (per ricordare Paracelso) e non al medico(“m” minuscola)- burocrate asservito.
Con Stima ed affetto
Antonello Talarico
Dir I° Livello UOC cardiologia UTIC
Resp UOS Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione cardiaca Azienda Ospedaliera Cosenza