4. set, 2021
Il PNRR e la Calabria, con Crotone indiscutibilmente sua parte essenziale di di G. Lentini, M. Critelli e P. Cosentino
In questi giorni, sempre più spesso, si sente parlare del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza (PNRR) , anche in ambiti e in contesti non tecnici, come i social, normalmente non deputati a questo scopo.
A dire il vero ne sentiamo discernere soprattutto in negativo, lamentandosi in molti che nel PNRR non sia mai menzionata la Calabria, il proprio territorio, le proprie città e finanche il proprio quartiere. Cosa che , pur corrispondendo formalmente al vero, è da considerarsi falsa nella sostanza.
Il PNRR, come molti sanno, non è un mero conteggio di somme economiche, del tipo quelli che la massaia fa alle prese con la spesa quotidiana, bensì ambisce ad essere un piano strategico per rilanciare l’Italia intera, nella sua complessità unitaria. Partendo dal Sud e dalla Calabria .
E’ un piano in cui sono state delineate le grandi linee degli interventi da attuare in tutto il Paese da qui al 2026.
In una tale logica, la Calabria, il nostro territorio, le nostre città sono presenti, se è vero com’è vero che nel PNRR verranno privilegiate le aree del Sud che presentano un alto tasso di abbandono scolastico, un alto tasso di disoccupazione, un'alta presenza di giovani che non studiano e che non lavorano, una diffusione di aree che hanno un alta concentrazione di siti inquinati e che hanno strutture urbane fortemente disgregate con la presenza di periferie umiliate e mortificate da decenni.
Ma per aver accesso al PNRR bisogna avere idee e una progettualità adeguata e all’altezza dello sforzo che viene richiesta alla Repubblica nella sua interezza e alla Nazione nel suo complesso. E con queste idee e con queste progettualità la Calabria, così come la nostra Crotone , così come altri territori e altre città meridionali, potrebbero presentarsi e candidarsi ai suoi tavoli decisori, quelli della programmazione europea 2021/2027. Una programmazione, del resto, già avviata da tempo, in maniera credibile e ambiziosa, per avere conquistato l’attenzione e l’interesse che merita, così come scandita nel progetto licenziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Crotone, area destinata ad essere protagonista nella ZES e forte delle sue potenzialità produttive, deve presidiare tutte le occasioni programmatiche e sostenere fortemente le sue istanze, così dovranno fare tutti territori e le città meridionali. Dovrà presentarsi agli appuntamenti istituzionali con dignità e autorevolezza e non già con il solito cappello in mano sperando in generose decisioni e provvedimenti altrui, con elemosine calate dall’alto in forza penose intermediazioni. Dovrà farlo con progetti attendibili e liberi da lacci e lacciuoli. Crotone deve rivendicare il suo ruolo di parte essenziale di una Calabria che non t’aspetti. Di un Sud sino ad oggi non immaginabile.
A siffatti tavoli, occorre giocare il Jolly, è l’ultima occasione per farlo, per vincere la partita con la povertà e l’improduttività cronica. E occorre farlo senza retorica e senza enfasi, ma con la necessaria consapevolezza della ricchezza che rappresenta Crotone, per la Calabria e per il Paese intero nonché per il Mediterraneo.
Post scriptum. La transizione ecologica e il recupero delle zone interne costituiscono un grande asset futuro per la Calabria e per ll Sud intero. Basti pensare che il rapporto export import è favorevole per l'Italia in ragione di una agricoltura biologica sempre più evoluta e che può trovare ulteriore incremento solo al Sud. Ritorna prepotentemente l'idea di una soluzione logistica agroalimentare a Crotone in sinergia con l'aeroporto S. Anna, con i porti e con i comuni dell'intera fascia jonica calabrese.
Giovanni Lentini – già assessore Comune di Crotone
Mimmo Critelli – già assessore provincia di Crotone
Peppino Cosentino – avvocato politologo