27. ago, 2021
Il voto a Cosenza: tante cose da fare e da rivedere di Massimo Veltri
A Cosenza si vota, a ottobre e ci sarà un nuovo sindaco, un nuovo consiglio comunale. Occorrerà aprire e prima ancora scrivere nuovi capitoli, tanti. A partire da quello della ‘città sociale’, che attraversa le periferie nuove e antiche col disagio di condizioni di vita, abitative e dei servizi-e qui si apre l’intero scenario del centro storico e della sua umiliazione, sua e della città tutta-, passando per una riflessione adulta, reale, sull’area urbana (che non riguarda ovviamente solo Cosenza e Rende e solo i trasporti e i rifiuti), sulla città prestazionale, circolare, che diventi centro e propulsione di un territorio vasto entro un raggio da definire e concordare, smentendo la presunta irreversibilità dell’asse unidirezionale nord-sud. I rapporti con l’università, stimolare le borghesie imprenditoriali e professionali a partecipare a un progetto di ridefinizione di città oggi … una politica per i giovani, una che ridia una speranza ai teatri e alle attività dello spettacolo che fino a poco tempo fa erano numerose e importanti e ora boccheggiano: numerosi e importanti sono i punti in agenda cui dovrebbero porre attenzione i candidati a guidare per i prossimi anni la città. Ma soprattutto ridare dignità e ruolo alla cittadinanza attiva, risvegliare e stimolare, cioè, quei segmenti di popolazione che potrebbero dare contributi non secondari, non in sede istituzionale ma che-con i loro saperi, il loro entusiasmo, le loro capacità di coinvolgimento- hanno già dato prova tramite associazioni, movimenti, gruppi di costituire un’ossatura importante della comunità.
Come si riattiva un circuito, interrotto, fra decisori amministrativi e cittadini interpreti e non sudditi? In varie forme e su più fronti: per esempio affidando a giovani architetti e ingegneri il compito di pensare e progettare la Cosenza del futuro; per esempio ragionando su una Fiera di Cosenza e dell’area urbana con le idee e il sostegno delle associazioni del commercio locali; pure: instituendo appuntamenti fissi e periodici con le spontanee organizzazioni di cittadini; e ancora: le politiche di genere vanno robustamente sostenute e non solo tramite espressioni di solidarietà e proclami di vario tipo ma con azioni visibili di assegnazione di spazi, di occasioni, di interventi.
Cosenza è ormai colma di cemento, di vanì costruiti, di palazzi finiti e disabitati: è il momento di lanciare un accordo con ordini professionali e avviare un programma di recupero e riqualificazione del costruito.
Il Covid è ancora tra noi: la nuova amministrazione dovrà ripartire con l’obiettivo primario di affrontare con decisione e convinzione un’emergenza sanitaria che è vecchia non solo di anni ma purtroppo sempre nuova e ahimè all’ordine del giorno più che mai: finalmente in Unical parte il corso di Medicina, che fare?
A poco più di un mese dal voto ancora non abbiamo il quadro ne’ programmatico ne’ dei candidati: un po’ di tempo ancora c’è per poter orientare cittadini e farli decidere liberamente. Quello che si avverte al momento è che in taluni ambienti si respira area stagnante, ripetitiva, di continuismo tout court negli uomini, nei temi, nei modi: non basta, non serve.
In altri c’è chi briga alle spalle e si presenta per interposta persona avvalendosi si’ di volti spendibili ma addirittura imponendoli al di fuori di un confronto da condividere, e manovrando addirittura su tavoli nazionali per ottenere l’investitura: metodi e persone che hanno fatto il loro tempo, guardiamo avanti. Poi c’è la sinistra radicale che ambisce avere un volto in Consiglio comunale e non vuole contaminarsi: ci sta ma siamo ai limiti della marginalità.
Infine si affaccia un volto nuovo, pulito, che sembra mostrare qualità di progettualità politico-amministrativa, chiarezza di intenti e non secondari elementi di novità: la città, senza sbilanciarsi più di tanto forse può sperare.
Massimo Veltri