23. ago, 2021
Tutela dell’ambiente come paradigma della buona politica del prof. Alessandro Mazzitelli
Il nuovo governo regionale, questa volta, dovrà affrontare inevitabilmente la questione ambientale in modo penetrante. Sarà anche in base ad essa che si potrà accedere in maniera collaborativa ai fondi del PNRR e alle politiche discendenti dalla c.d. transizione ecologica.
La tutela dell’Ambiente, come è noto, comporta una visione politica di ampio respiro. La stessa nozione di ambiente, declinata sotto il profilo dello Sviluppo Sostenibile, implica la ricerca della compatibilità tra attività economiche e salvaguardia dell’ambiente, della sua salubrità, della resilienza.
Preme sottolineare come la nozione di Ambiente sia costituita da una molteplicità di elementi in tutta evidenza normati nel testo unico, i quali - ancorché suddivisi e disciplinati singolarmente (basti pensare ai Rifiuti, alle Acque, all’Inquinamento dell’aria, alle Bonifiche, etc.) - vanno legati tra di loro. Questi elementi devono essere, in modo seppur differenziato, unitariamente tutelati al fine di ridurre gli impatti negativi sull’ambiente. Nel contempo, le relative politiche di tutela non possono prescindere dalla loro elaborazione attenta e complessiva.
In altri termini l’attività antropica, diretta e indiretta, deve preservare gli equilibri a partire da quelli naturali, tenuto conto del principio dei vasi comunicanti. Non si può quindi limitare l’intervento di tutela ad alcuni settori trascurandone altri.
Tuttavia, come accade in Calabria, taluni ambiti abbisognano di significativi interventi straordinari e urgenti.
In primo luogo (saranno affrontate in seguito e nello specifico, per il blog ospitante, anche le altre problematiche), dovrà essere affrontata e risolta la questione rifiuti, problema politico che si ripropone in modo particolarmente evidente a cadenza periodica.
Al riguardo, occorre osservare prioritariamente che - pur in presenza di situazioni emergenziali, le quali ahinoi vanno governati con interventi per così dire tradizionali - la questione rifiuti ha subito profonde trasformazioni, transitando da un modello fondato essenzialmente sul principio “chi inquina paga” posto all’origine dell’attuazione delle direttive europee di meta anni ’70 (dPR 915/82) ad un modello basato sul principio di Prevenzione (in embrione nel cd decreto Ronchi e di recente nel Testo Unico Ambientale).
Dalla disciplina dello smaltimento alla Gestione Integrata dei Rifiuti. Gestione integrata impostata secondo un sistema collaborativo a cascata che vede nella Regione e negli enti locali i principali protagonisti. In particolare mediante un sistema di cooperazione politica si dovrebbe pervenire a costruire il piano regionale di gestione dei rifiuti nel rispetto di un Ordine di Priorità che pone al primo posto la Prevenzione proprio nella produzione di rifiuti e rende eventuale e residuale il momento dello smaltimento. Per meglio chiarire, il momento dell’inertizzazione o incenerimento, discarica, termovalorizzazione.
Pertanto fuori da una logica emergenziale, quello che dovrebbe rappresentare il modello guida per le istituzioni locali dovrebbe essere la riduzione nella produzione di rifiuti o, al più, secondo quell’ordine di priorità citato, preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero e solo alla fine lo smaltimento. Per cui bisogna cambiare impostazione e metodo nelle politiche di gestione.
Il piano regionale, dal quale dipende molto la qualità dell’ambiente, andrebbe pertanto costruito secondo un principio di leale collaborazione fra tutti i soggetti coinvolti.
In buona sostanza, in materia di rifiuti nessuno escluso, a partire dal singolo produttore, a partire dal cittadino produttore di rifiuti.
Certo, è un problema educativo ma le istituzioni devono indirizzare verso le buone pratiche e i territori devono responsabilmente, mediante gli ambiti ottimali di gestione, ottemperare ai principi di Autosufficienza e di Prossimità.
Concludendo, essendo la questione rifiuti una problematica a responsabilità diffusa, è del tutto evidente che la si affronterà in maniera adeguato solo con la massima partecipazione e investendo tanto nella “didattica sociale”, diffusa e convincente.
Insomma è giusto sottolineare ai diretti responsabili la cd responsabilità estesa del Produttore, così come introdotta nelle recenti modifiche al Testo Unico.
Alessandro Mazzitelli