18. ago, 2021
Un pensiero all'Afghanistan e agli afgani di Tullio Laino
Dopo venti anni di occupazione militare internazionale, conclusasi con il ritiro delle truppe, deciso dagli Stati Uniti, che, unitamente ai propri alleati aveva cercato di esportare in terra Afgana un mese dello di democrazia occidentale, assolutamente impraticabile, stiamo assistendo, inermi ed impotenti, al dramma di un popolo, quello afgano, che, guidato, fino ad ora, da una democrazia di carta, ripiomba , di colpo, nell'oscurantismo della storia. La presa del potere da parte dei talebani, con la consequenziale compressione violenta e trucida dei diritti elementari, soprattutto dei diritti delle donne, sta suscitando le ipocrite reazioni della politica internazionale, con prese di posizioni del tipo "non lasceremo da solo il popolo afgano", mentre migliaia di disperati, in un estremo anelito di libertà, si aggrappano alle carlinghe dei aerei militari, che evacuano il personale diplomatico, e precipitano, purtroppo, nel vuoto. In tale contesto di disperazione, nuove potenze economiche, hanno già stipulato accordi con il nuovo governo di Kabul, in applicazione delle logiche del mercato globale e di non interferenza negli affari interni del Paese straniero.
Tullio Laino