18. ago, 2021

Elezioni: la partita è giocata e la sinistra è (già) retrocessa di Peppe Esposito

 Passato di moda il gioco della schedina ove si affrontavano i pronostici con i cosiddetti sistemi, nelle elezioni di oggi è ritornato di diffusa moda giocare la scommessa mettendo a fianco di ogni candidato alla presidenza della Regione, alternativamente, una fissa, una doppia o una tripla.
 Stante le previsioni che circolano non dovrebbe però esserci partita, giusto o sbagliato che sia. Pare che Roberto Occhiuto, a capo della coalizione di centrodestra, rompa la tradizione tutta calabrese dell’alternanza fra destra e sinistra.
 Agli avversari sembra pertanto residuare il solo ruolo di lottare per conquistare la posizione di “migliore perdente” sino a temere, parlo per il centro sinistra, il dissolvimento politico che solo i più bravi registi cinematografici sono in grado verosimilmente di rappresentare efficacemente.
 Il problema è capire di una siffatta situazione e perché il PD abbia scelto la strategia del harakiri rinunciando ad esprimere programmi e candidati credibili sotto il profilo politico (Callipo il 2019, Amalia Bruni il 2021) o per lo meno con capacità di riorganizzazione di una regione come quella calabrese al collasso politico-istituzionale-economico e fanalino di coda in fatto di lavoro e sviluppo di tutta Europa.
 Anche l’ipotesi De Magistris risulta inadeguata e lontana da ogni garanzia di nuovo rinascimento per la Calabria, il cambio di 36 (trentasei) assessori nella sua sindacatura al comune di Napoli ne è stata la plastica rappresentazione. Ha dimostrato di essere soltanto un amministratore avvezzo a raccogliere fondi del governo a camionate con l’ausilio “affettivo e campanilistico”del già presidente della Repubblica, senza per altro risolvere alcuno dei problemi di una grande e bellissima città come Napoli, costretta ad un bilancio inguardabile, cui De Magistris non ha assicurato il minimo miglioramento.
 Fa capolino la (ri)candidatura di Mario Oliverio, prescindendo dalla faccia tosta, è un atto dimostrativo come in Calabria la politica assume più la caratteristica del distruggere piuttosto che costruire.
 Quindi sarà una partita giocata senza ricorrere ai supplementari e ai rigori.
 L’importante, a questo punto per i calabresi, è quello di pretendere programmi che siano realistici e risolutori degli annosi problemi che affliggono la nostra regione e che l’hanno resa oltremisura debole. Colpevoli una classe politica dirigente inadeguata e di bassissimo profilo nonché un ceto burocratico che ha deturpato il sano procedimento amministrativo in un affare esclusivamente privato. Una Regione divenuta anoressica agli ideali della democrazia, cinica e distratta nell’esigibilità dei diritti fondamentali ai cittadini, sempre più lontana dai desideri e dalle necessità dei calabresi onesti e volenterosi….
Peppe Esposito