10. ago, 2021
Il sistema idrico in Calabria è un colabrodo: soluzioni, soluzioni, soluzioni di Santo Biondo
Un buco nell’acqua, questo è quello che rischia di fare il Piano nazionale di ripresa e resilienza se il sistema idrico calabrese non trova la strada maestra per risolvere i tanti, troppi problemi che frenano il pieno sviluppo del suo reale potenziale. E’ questo l’allarme che torniamo a lanciare all’indomani dei dati forniti dall’Arera (l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambienti) che, in queste ore, ha detto chiaramente che il perdurare di quelle inefficienze storiche, che segnaliamo da anni ai chi di competenza, rischia di allargare il divario dei servizi nel settore idrico integrato fra la Calabria e il resto dell’Italia. La Calabria deve uscire al più presto dal limbo normativo in cui si trova e, nel rispetto delle leggi nazionali, deve procedere a passo spedito verso quella riforma del settore che stiamo invocando da tempo. Questa è l’unica soluzione per ammodernare e rendere efficiente il sistema, razionalizzare le sue funzioni e la sua governance e salvaguardare la tenuta occupazionale del settore. Siamo fortemente preoccupati dallo stallo che si è registrato su questa tematica assai importante. Uno stallo che, purtroppo, potrebbe prolungarsi ancora per diverso tempo alla luce della distrazione elettorale nella quale la classe politica regionale è ricaduta in queste settimane. Chiediamo alla Regione che si passi dalle parole ai fatti, che si applichi la normalità, la Calabria è una delle pochissime autonomie territoriali a non avere il servizio integrato, una regione “canaglia” per quanto riguarda la depurazione: sappiamo che l'Italia è sotto procedura d'infrazione per la mancanza di un sistema depurativo efficiente. Vorremmo evitare che quella procedura d'infrazione di 25 milioni che il Paese dovrà dare all'Unione Europea, insieme agli altri 30 milioni per ogni semestre di ritardo all'attuazione della sentenza del 2012 della Corte di Giustizia Europea, non vengano a pagarla i calabresi. Il settore è in difficoltà, e l'unico ente che ha la possibilità di attingere a strumenti finanziari importanti, come quelli previsti nel Pnrr, che rimettano in sesto e riorganizzino il sistema idrico calabrese è la Regione. A settembre, alla ripresa dei lavori della politica, bisognerà ripartire da questo tema. Ci aspettiamo azioni concrete, piani industriali immediati, altrimenti interverremo con tutte le azioni necessarie a tutela dei diritti di cittadinanza violati dei calabresi.
Santo Biondo