6. ago, 2021
Cybersecurity e ipocrisia istituzionale di Geppino De Rose
La vicenda dell’attacco informatico alla Regione Lazio non è grave. E’ drammatica. Ma non stupisce nessuno.
Soprattutto per le condizionalità ex-ante che l’hanno resa possibile e per i ritardi culturali che accompagnano, da sempre e soprattutto in questo contesto, la P.A. di casa nostra.
Chiunque in questo Paese abbia esercitato o eserciti ruoli legati alla governance dell’innovazione, e la cybersecurity rientra in questa fattispecie, conosce bene il senso di solitudine e di frustrazione che accompagnano da sempre queste attività di Governo.
Chi scrive si occupa di innovazione da oltre 30 anni. Lo ha fatto in imprese private, centri di ricerca pubblici, amministrazioni pubbliche. Persino in organismi transnazionali.
Negli organismi collegiali, quelli che decidono i budget per intenderci, la tua richiesta di fondi per un investimento in innovazione, incontra sempre lo sguardo idiota e supponente di un collega che ritiene le tue priorità assolutamente marginali rispetto al core business dell’attività.
Voglio dire che manca una cultura di governo dell’innovazione. A volte ho provato a richiedere fondi per un gruppo di continuità elettrica per non mandare il sistema informatico in tilt. Un gruppo di continuità, intendiamoci, non un computer quantistico. Un banalissimo gruppo di continuità. Niente da fare. Se ne doveva parlare alla prossima riunione di budget. Più importante l’acquisto dei gadget natalizi.
E così accade che un giorno parte il black-out elettrico notturno, manca il gruppo di continuità e il sistema va in crash.
Se poi, addirittura, osi proporre piani di reskilling delle risorse umane, gli altri, sempre i tuoi colleghi con gli occhietti ebeti, ti sorridono come se avessi raccontato una strepitosa barzelletta.
E ti senti solo. Sempre più solo.
Non scomodiamo servizi segreti, esperti in ransomware, intelligence stellari. E’ la solita triste, banale, insipienza dell’Italietta che non ha la cultura dell’innovazione. Adesso partiranno piani nazionali, unità di crisi e fondi del PNRR da dedicare all’emergenza.
Mai dimenticare però il nostro punto di partenza: siamo dei cybercoglioni.
Ma campioni d’Europa.
Geppino De Rose